Commedia, Drammatico, Recensione

UNA FAMIGLIA PERFETTA

TRAMA

Vigilia di Natale, villa di campagna a Todi: la famiglia riunita pare perfetta ma il padrone di casa si lamenta della bruttezza del figlio e pretende venga sostituito. Sono attori che ha ingaggiato per 24 ore.

RECENSIONI

Paolo Genovese e Luca Miniero (alla sceneggiatura) hanno inseguito per dieci anni il rifacimento di Familia di Fernando León de Aranoa (1996), inedito in Italia, sorprendente per l’idea di fondo e le evoluzioni del suo racconto. Genovese lo mette in immagini con la consueta pulizia ed eleganza formale, rara fra i nostri cineasti, consapevole che mettere a proprio agio lo sguardo fa seguire con maggiore piacere le peripezie dei caratteri. La scrittura è rimarchevole: qualche piccola concessione alle solite boutade italiote, ma la commedia è sagace nel riflettere sul ruolo della finzione nella vita vera e viceversa. Cavalca, anche, il mistero sulle motivazioni ad agire della figura del milionario, che rivela i propri sentimenti nei rari attimi in cui esterna il proprio credo e che, per il resto del tempo, esige dagli attori una pedissequa adesione al copione, mentre se ne esime nell’improvvisazione e (pare) divertirsi nel metterli in difficoltà. Capiremo il perché solo nella rivelazione finale che, forse non volutamente, addossa più “responsabilità” del dovuto al personaggio di Claudia Gerini (che si lamenta del vero marito ma, infine, è la più “bugiarda” in scena). Una chiusura che dimostra come, attraverso la finzione, si siano messi in moto i sentimenti reali di quasi tutti (almeno di quelli coinvolti nel “quadrilatero”): Castellitto con Gerini moglie finta che è moglie vera di Giallini che è amato dalla moglie finta Crescentini. Si innesca, cioè, un gioco di ruolo in cui è il concetto del titolo a essere messo in discussione. Opera intrigante, messa in scena con professionalità e ben recitata: peccato non abbia avuto il successo che meritava.