TRAMA
Baby Jane e Blanche convivono nell’odio e nell’invidia: la prima era una baby-star che, crescendo, finì nel dimenticatoio. La seconda ottenne il successo di pubblico da adulta ma un incidente ne stroncò la carriera costringendola su sedia a rotelle.
RECENSIONI
Horror gotico-grand guignol che coinvolge due star di Hollywood in declino (operazione in seguito imitatissima) e che, ai tempi (d’oro), erano veramente e velenosamente in competizione (e non furono da meno su questo set: leggere “Bette and Joan: The Divine Feud” di Shaun Considine o vedere la miniserie Feud: Bette and Joan). Robert Aldrich ne carica fino al grottesco le interpretazioni e le getta in un thriller allucinatorio a (sempre) alta tensione, macabro, con impalcatura impeccabile (tutto girato a luci basse) e pizzichi di commedia nera (la sceneggiatura è di Lukas Heller, a partire da un romanzo di Henry Farrell). Ritrovata, grande Bette Davis che, avvezza al trasformismo a prescindere dalla vanità (vedere La Signora Skeffington), scelse personalmente il proprio indimenticabile e inquietante trucco, memore del cerone sparso e della propria glacialità in Piccole Volpi di William Wyler (sorta di antesignano proto-thriller). Il regista non la scritturò a caso: già in pellicole come In Questa Nostra Vita e L’Anima e il Volto interpretava una sorella in scontro di caratteri da brividi. Per mostrare spezzoni delle opere interpretate, nella finzione, dalle due protagoniste, Aldrich prende a prestito alcuni fotogrammi da Tormento (1934) per Joan Crawford e Uomini nello Spazio (1933) ed Ex - Lady (1933) per Bette Davis. Grande e inaspettato successo di pubblico per un’opera talmente fuori dall’ordinario per l’epoca da far storcere il naso a parte della critica: accusata di essere caricaturale, senza senso e sgradevole, per gli stessi motivi è diventata un modello imprescindibile del thriller camp-disturbante insieme a Freaks. B. D. Merrill (Barbara Merrill) è veramente la figlia di Bette Davis.
