TRAMA
Il nuovo terminator T-1000 è alle costole di John Connor per ucciderlo. Il sé futuro di quest’ultimo manda un vecchio modello di cyborg in aiuto a sua madre Sarah, che vuole sabotare la realizzazione dell’intelligenza artificiale Skynet.
RECENSIONI
94 milioni di dollari del 1991 per un blockbuster che stupì per l'accumulo di azione, colpi di scena e mirabolanti effetti speciali (formula James Cameron). Due ore eccitanti, divertenti e sorprendenti nel continuo scontro su larga scala fra terminatori, ma sceneggiatura e messinscena non si occupano solo di componenti inanimate: racconto fotocopia del primo capitolo a parte, sono particolarmente attente anche al lato umano dei caratteri, con riflessioni acute e coinvolgenti. Linda Hamilton è una Sarah Connor tosta e mascolina (Cameron è stato fra i primi a sdoganare il gentil sesso nel film d’azione), l’imponenza fisica di Arnold Schwarzenegger elettrizza ma il villain di Robert Patrick gli ruba la scena con un cyborg di metallo liquido, realizzato con tecniche CGI rivoluzionarie dalla ILM di George Lucas, già sperimentate da Cameron in The Abyss. Qualche sequenza mozzafiato da antologia (da citare, almeno, quella girata nell’autostrada che unisce Los Angeles a Long Beach Terminal Island e quella nei canali della San Fernando Valley), tecnica registica d'alta scuola (con tutto ciò che Cameron non aveva potuto fare nel primo capitolo, dotato di un budget quindici volte superiore) e, soprattutto, azzeccata autoironia che ridimensiona l’epica seriosa senza mitigarne la portata. Unica nota dolente: il finale esageratamente zuccheroso. Nella “special edition cut” del 1993 (che Cameron non gradisce), quindici minuti in più, con una scena in cui Sarah e John riparano la testa del terminator e la ricomparsa di Michael Biehn.