Fantascienza, Recensione, Thriller

CAPRICORN ONE

TRAMA

Per motivi politici e finanziari fanno credere al mondo intero che la navicella “Capricorn One” sia giunta su Marte con l’equipaggio a bordo: ma è solo una montatura, i piloti sono nel deserto e il montaggio televisivo fa il resto.

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RECENSIONI

La sceneggiatura di Peter Hyams porta a riflettere sullo strapotere dei media e la realtà filtrata dalle immagini: ideò l’affascinante racconto quando seguiva, da reporter della CBS TV (dal 1964 al 1970), le missioni dell’Apollo e in studio si facevano delle simulazioni dell’atterraggio sulla Luna. Il grande imbroglio raccontato, inoltre, era anche figlio degli umori americani nel post-Watergate: pronto dal 1972, lo script del regista ottenne i finanziamenti in nome dell’allegoria degli inganni delle istituzioni. Hyams raramente è stato un narratore appassionante ed esauriente e, anche in questo caso, non bilancia gli elementi in campo per rendere del tutto verosimile il resoconto della truffa ma la sua padronanza tecnica è fuori discussione e riesce a rendere visivamente affascinate un film senza effetti speciali, forte dei materiali forniti dalla NASA, compreso il prototipo di modulo lunare. È un film ‘indipendente’ con buoni dialoghi e un intrigante parallelo fra Marte e Deserto: ottenne un ottimo responso di pubblico quando uscì nel 1978 (fu girato, però, nei primi mesi del 1977). Prodotto dalla neonata sezione cinematografica della ITC Entertainment e dal barone inglese (di origini russe) Lew Grade, specializzato in cospirazioni (Il Principio del Domino, La Nave dei Dannati).