TRAMA
Jacob è perseguitato da allucinazioni incubali di eventi traumatici, fra guerra del Vietnam, divorzio dalla moglie e morte del figlio.
RECENSIONI
Vituperato dalla critica per lo stile patinato e pubblicitario, scandalistico e ammiccante (e, soprattutto, di successo), Adrian Lyne dimostrò, con quest’opera, di essere fatto di tutt’altra pasta: il suo linguaggio filmico è, in realtà, elaborato e magnificamente evocativo. Dipende dal materiale per cui presta servizio: in questa, che non a caso è una delle sue opere meno fortunate al botteghino, sa valorizzare al meglio uno dei generi meno frequentati e (perché) più difficili, il thriller visionario, barocco nei contenuti, psicologico e metafisico che staziona nell’angoscia e arriva all’orrore e alla teologia. Maneggia abilmente il complesso racconto fornito da Bruce Joel Rubin (autore tutto da riscoprire per poetica coerente: suoi Brainstorm, Dovevi Essere Morta, My Life), in cui realtà e incubo si confondono. Film tesissimo e (perché) imperscrutabile, affascinante per quanto contorto ed inquietante. Un vero viaggio all’Inferno sotto l’egida di Francis Bacon (le allucinazioni di Jacob si ispirano ai suoi dipinti). Eccellente Tim Robbins.