Drammatico, Recensione

HARSH TIMES

NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Durata116’

TRAMA

Ex – ranger a caccia di terroristi, Jim Davis viene scartato dalla polizia di Los Angeles ma, per motivi legati ai suoi tratti psicologici disturbati, piace alla Sicurezza Interna Federale per combattere i trafficanti di droga colombiani. Anche il suo miglior amico dovrebbe cercare lavoro per far contenta la fidanzata: finiscono, invece, per sbronzarsi, fumare, e fare casini insieme.

RECENSIONI

Sceneggiatore (citando le opere più personali) di Training Day e Indagini Sporche, David Ayer esordisce (in parte) auto-producendosi e convincendo Christian Bale a interpretare un reduce con disturbi che ne impediscono il reinserimento nella società: un tema non nuovo ma con punto di osservazione inedito frutto del disegno della figura del protagonista, magistralmente interpretato da Bale. Un carattere non in vena di compiacenze: stronzo con tutti, figlio di puttana senza remore, con grande amico da traviare e/ma con l’alibi del grande amore in Messico (una mite, brava, povera ragazza locale). Alle prime battute questo Jim Davis appare un tipo instabile gestibile da chi vuole fottere il Sistema: comunque, l’ultima persona che si vorrebbe vedere con un distintivo, anche perché senza morale e talmente segnato dalla morte in guerra da non sentire più nulla. I primi sintomi di un'altra verità compaiono al colloquio con la Sicurezza Interna Federale, che lo vorrebbe proprio perché ha sgozzato senza pietà gli arabi; a seguire la scena, da incorniciare fra le migliori dell’attore, in cui va di matto in auto con l’amata e in cui, di fronte a tutte le dichiarazioni d’amore della ragazza, non sa che rispondere con la violenza. Una sceneggiatura anche autobiografica: ex-marine che, una volta tornato nel riottoso South Central di Los Angeles, restava coinvolto in piccoli crimini bighellonando con gli amici, Ayer avrebbe potuto fare la fine di Jim (per sua fortuna, ha trovato invece la conclusione del suo migliore amico).