Drammatico, Fantascienza

MONSTERS

Titolo OriginaleMonsters
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione2010
Durata94’

TRAMA

In Messico, il fotografo Andrew preleva la figlia del proprio editore, ma alcuni mostri alieni hanno infestato la zona al confine con gli Stati Uniti.

RECENSIONI

Concepita e realizzata in autonomia e a basso costo (cinquecentomila sterline, troupe di sette persone, cineprese digitali, un kit di montaggio portatile, un software per gli effetti speciali, improvvisazione attoriale), l’opera cinematografica prima di Gareth Edwards è innovativa a livello produttivo perché sbaraglia i poteri forti del denaro e ingegnosa nei modi di realizzazione (esempio: ai figuranti messicani, per farli interagire con la videocamera, il regista poneva domande sui terroristi e l’11 Settembre). Fa specie (poco aliena) abituarsi all’idea di un cinema indipendente che, per attirare l’attenzione, adotta temi e stilemi dall’invasione aliena di moda (si va da Cloverfield, per riprese da guerriglia e alieni impercettibili, a District 9; da World Invasion alle zone infette da Zombi) e di un inglese che (apparentemente) scimmiotta le produzioni statunitensi, perché quella di Edwards non è l’opera di un amatore che s’è arrabattato per replicare il suo genere preferito: il suo racconto è intimo, costruito sulle allegorie (quella sui clandestini messicani è curiosamente celata per interposta persona aliena), con approccio persino autorale. Il dramma, per costruzione dei personaggi (affidata a convenzioni non portate a compimento) e dinamiche dell’odissea, è un po’ esile, per quanto non disprezzabile nel modo in cui dipinge due esseri che, per salvarsi, si dirigono verso una casa che non sentono propria. È curioso, anche, il modo in cui è posizionata la camera come terza presenza, per quanto troppo timida per essere incisiva, e ci sono sprazzi lirici sia nei dialoghi, sia negli sguardi sulla Natura (con relitti di battaglia), sia nel modo in cui sono immaginati gli alieni nel finale (a livello grafico, sono solo piovre/meduse giganti che si muovono come barbalberi), creature con sentimenti che, come i due terrestri (compagni nella vita reale), non vogliono più tornare a casa. Ma, a conti fatti, voluti o meno, i compromessi sono troppi, contando anche il risaputo gioco di equivoci nel dramma sentimentale e l’appeal dello scontro con gli extraterrestri con chiusura da Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo.