Monografia

Nicolas Winding Refn

REFN RISING

Percorso cinematografico in crescendo quello di Nicolas Winding Refn, cineasta nato a Copenaghen nel 1970 ma cresciuto a New York e nutrito dal tubo catodico statunitense. Affetto da dislessia e daltonismo, il giovane Refn non ha imparato a leggere che all’età di tredici anni e nel corso dell’adolescenza newyorkese si è nutrito massicciamente di immagini televisive, assimilando in modo primario il linguaggio iconico proveniente dal piccolo schermo. Forgiato dall’estetica degli anni ’80 (“I am from the Eighties. I’m not from the Seventies. I didn’t do the Nineties. I am from the Eighties.”) e cacciato dalla American Academy of Dramatic Arts per intemperanze comportamentali, NWR fa ritorno in Danimarca e gira un cortometraggio su uno spacciatore che viene trasmesso da una tv locale. Adocchiato da un produttore, il corto, sviluppato in lungometraggio grazie all’inaspettato finanziamento, diverrà Pusher nel 1996.

L’esordio cinematografico di NWR si piazza sotto l’insegna del dilemma: l’allettante proposta del produttore giunge proprio nel momento in cui Nicolas ha superato l’esame di ammissione alla scuola di cinema di Copenaghen. Seguendo il consiglio dello zio (cui il film è dedicato) e totalmente sprovvisto di conoscenze tecniche, Nicolas accetta la sfida e gira il primo capitolo di una trilogia che, completata da Pusher II (2004) e Pusher III (2005), gli garantirà successo e fama internazionale. In mezzo ci sono Bleeder (1999), ipercinefilo buddy movie che sfocia nel cruore, e il rovinoso Fear X (2003), mystery ambientato nel Wisconsin che intacca duramente le finanze e la carriera del regista trentatreenne (ma secondo chi scrive è proprio questo il film di Refn da rivalutare, quanto meno per una prima parte di straordinaria densità audiovisiva tutta giocata sulle atmosfere ansiogene).

Ai capitoli II e III della Pusher Trilogy seguono Bronson (2008), prison movie che scompagina gli schemi del film biografico per rappresentare la trasformazione di un individuo in celebrità, e Valhalla Rising (2009), parabola mitologica di stampo vichingo che scandisce solennemente le tappe evolutive della specie dal primitivo all’umano. Due film che a diversi ordini di grandezza (microcosmico in Bronson e macroscopico in Valhalla Rising) rendono omaggio alla principale fonte d’ispirazione di Refn: Kenneth Anger. Tributo che si oggettiva infine in vero e proprio calco figurativo con Drive, ottavo e ultimo lungometraggio refniano sceneggiato da Hossein Amini a partire dall’omonimo romanzo di James Sallis. In questo noir che sfreccia su manniane Strade violente proiettando il Driver di Walter Hill in fiabesche atmosfere anni ’80, il protagonista indossa un giubbotto con uno scorpione ricamato sulla schiena: riproduzione esatta dell’icona di Scorpio Rising. Per la trattazione dettagliata dell’estetica e della poetica di NWR, ormai autore affermato e premiato al 64º Festival di Cannes col prestigioso Prix de la mise en scène, si rimanda alle singole schede dello speciale.