Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (07/2015) – 4

(dal 1º maggio al 31 luglio 2015)

D’ESSAI

L’estate è nemica del cinema d’essai. Non avendo ancora una stagione cinematografica distribuita su dodici mesi e un pubblico abituato a entrare in una sala anche quando fuori c’è il sole, è dura per i film di nicchia ritagliarsi uno spazio. Anche perché a restare aperti in piena canicola sono quasi esclusivamente multiplex e multisale, mentre la maggior parte delle monosale cittadine, principali casse di risonanza per il cinema d’essai, chiude per ferie. Risultato: d’estate impera il cinema commerciale e i tentativi di imporre qualche film meno omologato e più particolare finisce per ottenere numeri irrisori. Non a caso i risultati più alti del trimestre, non esaltanti, si sono ottenuti a maggio, mentre con giugno, e soprattutto luglio, le cifre si sono progressivamente ridotte. Fino a scomparire.

Lodevole l’iniziativa della Tucker Film, che per fortuna proseguirà in autunno, di proporre sei opere restaurate di Ozu Yasujiro (Tarda primavera, Viaggio a Tokyo, Fiori d’equinozio, Buon giorno, Tardo autunno e Il gusto del saké), ma inevitabilmente bassi i numeri a causa delle poche sale a disposizione. Anche se, per dire, nel week-end 10-12 luglio dopo Terminator: Genisys (media di € 1.851 in 564 schermi) quella di Viaggio a Tokyo (media € 1.733 in 4 sale) è la migliore media per sala della classifica. Ma parliamo di un primo posto contro un venticinquesimo.

Pochissimi i film che superano i 500 mila euro. Sarà il mio tipo? sfiora addirittura i 600 mila euro e riesce a imporsi grazie a un ottimo passaparola. Debutta il 23 aprile e nonostante sia programmato solo in 42 sale si posiziona nel primo week-end al 10° posto, facendo meglio di film con molti più schermi a disposizione (92 per I bambini sanno in 11esima posizione, 129 per Le vacanze del piccolo Nicolas al 12° posto e 122 per Humandroid in 13esima posizione). Resta in top-20 per tutto il mese di maggio raggiungendo, attraverso una efficace politica di piccoli passi, numeri impensabili con una distribuzione così limitata.

Giovani si diventa raggiunge i 550 mila euro. Il regista Noah Baumbach, icona del cinema indipendente americano adorato dalle star che se lo contendono, questa volta non gode del favore unanime della critica. L’uscita in America in sole 4 sale con una media prodigiosa (57 mila dollari) lasciava presagire più dei 7 milioni e mezzo di dollari incassati quando gli schermi sono diventati 762. Tiepido il riscontro anche in Gran Bretagna (un milione 816 mila dollari) e Australia (un milione 136 mila dollari) per un totale worldwide di 11 milioni e 400 mila dollari che non ripaga il budget di 10 milioni di dollari. Un risultato in linea con Il calamaro e la balena (11 milioni e 100 mila dollari), maggior successo di critica del regista. In Italia la presenza di Ben Stiller e Naomi Watts consente uno sfruttamento anche nei multiplex. Considerando il lancio in 149 sale era lecito attendersi qualcosa in più. Debutta nel primo week-end al sesto posto. Posizione invariata la seconda settimana, con un calo negli incassi limitato al 17% a dimostrazione di un fermento del pubblico. La terza settimana, però, è già decimo e alla quarta esce dalla top-10 planando al 12° posto.

Da segnalare anche il caso del brasiliano È arrivata mia figlia (incasso di € 380.000), che combina commedia e dramma bucando l’indifferenza del pubblico grazie a recensioni positive e passaparola. Se è arrivato in Italia lo dobbiamo ai riconoscimenti ottenuti al Sundance (Premio Speciale alla Giuria per le due protagonista Regina Casé e Camila Márdila) e alla Berlinale (Premio del Pubblico), a dimostrazione dell’importanza dei festival come luogo di ricerca e scoperta. Esce il 4 giugno in 61 schermi e nel primo week-end si posiziona 11esimo con la terza media per sala della classifica (€ 1.263). Il riscontro positivo induce la BIM ad incrementare nella seconda settimana il numero delle sale, che passano a 78. La scelta produce ottimi risultati. Ad aumentare è la posizione in classifica (8°) e anche la media per sala (€ 1.439).  La terza settimana è 13° in 58 sale, la quarta risale al 12° posto e resta in top-20 fino alla prima settimana di luglio. Con un po’ più di coraggio avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio ancora maggiore.

Si difende bene anche il nordico Forza maggiore con 325 mila euro. Anche per lui la distribuzione è resa possibile dal Premio della Giuria nella sezione “Un certain regard” a Cannes 67 e dalla successiva candidatura come Migliore Film Straniero ai Golden Globe. Arriva nelle sale italiane a partire dal 7 maggio in 53 schermi posizionandosi 12° nel week-end con, però, la migliore media per sala della top-20 (€ 1.589). Meglio anche del primo classificato Avengers: Age of Ultron (€ 1.424 in 665 sale). L’ottima accoglienza convince Teodora ad aumentare le sale, che nella seconda settimana passano a 85 consentendo al film di salire all’11esimo posto (la media, però, passa a € 959). Calo del 59% degli incassi alla terza settimana e alla quarta scivola al 21° posto.

Sono circa 200 mila gli euro incassati da Leviathan, miglior film straniero ai Golden Globe 2015, nelle sale italiane (40) dal 7 maggio. Poco lontano dai 200 mila euro è anche Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, distribuito, con due anni di ritardo, a partire dal 28 maggio in 105 schermi. Se per il film di Andrej Zvjagincev, vista la distribuzione limitata e l’aura di mattone che circonda il film, si può parlare di risultato positivo, diverso è il discorso per il film di Jean-Pierre Jeunet, che si pone in modo trasversale come film d’essai per grandi e piccini ma non riesce a intercettare alcuna fascia di pubblico perché non sufficientemente indirizzato dal marketing, con un trailer che lo fa sembrare troppo infantile per gli adulti e troppo difficile per i più piccoli. Il sovrapprezzo per il 3D non lo ha di certo aiutato.

Sotto i 100 mila euro, invece, tutti i pochi altri: la mancata candidatura agli Oscar di Jennifer Aniston in uscita tecnica (solo 20 sale) con Cake dal 7 maggio, il documentario Louisiana presentato con successo a Cannes (22 schermi dal 28 maggio), il western postmoderno The Salvation, il guatemalteco antropologico Vulcano – Ixacanul dai fasti della Berlinale, da cui provengono anche l’apprezzato Eisenstein in Messico di Peter Greenaway e il riuscito ’71. Tutti buttati senza rete in luglio con l’impossibilità di trovare un pubblico. Sembrava avere più chance Calvario, presentato con successo nei festival  di mezzo mondo, ma il risultato si aggira intorno ai 35 mila euro.


ITALIA

Il quarto trimestre italiano è praticamente monopolizzato dalla triade, su cui tante parole sono state spese, presentata al festival di Cannes, che ha però movimentato il mercato meno delle lecite aspettative. Probabilmente l’assenza di riconoscimenti al festival, su cui in tanti si sono sentiti in dovere di esprimersi parlando di tutto tranne che dei film, ha limitato il traino nelle sale.

01 – YOUTH – LA GIOVINEZZA – €  5.964.892

02 – MIA MADRE – € 3.533.521

03 – IL RACCONTO DEI RACCONTI – € 2.947.874

04 – TORNO INDIETRO E CAMBIO VITA – € 1.345.422

Nanni Moretti con Mia Madre, uscito però il 16 aprile (quindi nel trimestre precedente) in 416 sale, firma uno dei suoi minor successi (che abbiamo già analizzato nel numero precedente). A Cannes è stato però molto apprezzato e pare sia stato venduto in oltre 30 paesi, quindi avrà sicuramente modo di far quadrare i conti.

L’estro e la fantasia di Matteo Garrone incuriosiscono ma non troppo. Il racconto dei racconti esce il 14 maggio in 440 sale posizionandosi 2º in classifica con quasi 900 mila euro e una media per sala discreta (€ 2.041). La seconda settimana il calo è limitato al 28% (quarta posizione al box-office e media scesa a € 1.566), segno di un interesse intorno al film che non accenna a diminuire, ma è dalla terza settimana che l’incanto finisce: dimezzano infatti incasso e media per sala. Resta in top-10 per altre due settimane e in top-20 fino al primo week-end di luglio, ma con numeri piccoli che finiscono per non fare la differenza. Nel complesso Il racconto dei racconti fa meglio di Reality (2 milioni di euro), ma è comunque lontano dai 10 milioni e passa di euro di Gomorra (10 milioni di euro), il cui successo clamoroso si conferma atipico nel percorso cinematografico di Garrone, mai compiacente nei confronti del pubblico quanto attento al suo imprescindibile sentire (ed è questa la sua forza di autore). È comunque stato venduto in oltre 40 paesi (tra cui anche gli Stati Uniti) grazie alla vetrina festivaliera e al cast internazionale, quindi ci sono buone possibilità per rientrare dei 12 milioni di euro di budget.

Il maggior riscontro è per Paolo Sorrentino e per il discusso Youth, ma considerando il putiferio mediatico, la rete divisa tra ferventi sostenitori e incattiviti detrattori, l’ubiquità del regista, ci si aspettava qualcosa di più dei quasi 6 milioni di euro raggiunti, vicini ai 7 milioni 269 mila euro incassati da La grande bellezza. È stato comunque l’unico dei tre autori presentati a Cannes in grado di attraversare l’estate nelle sale. Il debutto è il 20 maggio e nel primo week-end, con la complicità di temperature fredde decisamente fuori stagione, l’Italia si muove in massa: primo posto in classifica con 2 milioni 426 mila euro e un’ottima media di € 4.460 in 544 sale. La settimana successiva cede il podio agli sconquassi di San Andreas ma lo tallona da vicino (942 mila euro contro un milione 2 mila euro) e alla terza, con l’arrivo di giugno, è ancora in terza posizione. Resta in top-10 per tutto il mese di giugno e in top-20 per tutto luglio. Anche per Youth il festival di Cannes non ha significato premi ma un’importante passaggio per la distribuzione internazionale del film. Al Marché, infatti, è stato acquistato da ben 75 Paesi. Negli U.S.A. è già stata pianificata un’uscita per il 4 dicembre 2015 e in Gran Bretagna arriverà a gennaio 2016. Oscar alert? Tipo per Jane Fonda come migliore attrice non protagonista? Difficile crederlo, ma tutto può succedere.

A sfidare la calura ci prova anche l’inossidabile Carlo Vanzina con Torno indietro e cambio vita, commedia fantastica sui viaggi nel tempo e le opportunità della vita con Raoul Bova e Ricky Memphis. Apprezzabile la scelta della 01 Distribution di sfidare l’estate, e anche abbastanza furba, perché posiziona l’ennesima commedia stracotta (che difficilmente in un altro periodo avrebbe fatto sfracelli) in un periodo privo di concorrenza. Chi vuole la commedia italiana non ha quindi alternative. Il debutto a metà giugno premia l’operazione: 523 mila euro nel primo week-end e secondo posto dietro al colosso Jurassic World. La media nelle 393 sale (€ 1.331) non è però incoraggiante. La seconda settimana il film scende di un gradino, ma dimezza incasso e media per sala. Con luglio aumentano anche le sale a disposizione (che passano a 552), ma la media per sala (€ 204) non premia gli sforzi. Resta comunque in top-10 fino alla terza settimana di luglio. L’esperimento mostra sicuramente una cosa: la saturazione del pubblico nei confronti della commedia italiana e del cinema italiano in generale, che ha bisogno di nuove strategie per non perdere definitivamente il contatto con il pubblico. E questo indipendentemente dalle stagioni!!

Tra gli altri film che hanno sfiorato le sale, nessuno riesce a scalfire il disinteresse del pubblico. Walter Veltroni con il documentario I Bambini sanno incassa 215 mila euro, un terzo del precedente Quando c’era Berlinguer, e diventa capro espiatorio del partito politico che rappresenta. Tutti finiscono per recensire lui, stroncandolo, al posto del film, che in pochi vedono. Agli altri pallidi tentativi non restano che le briciole (delle briciole), con incassi inferiori ai 50 mila euro: Nomi e cognomi, Crushed Lives – Il sesso dopo i figli e La vita oscena.

Luca   Baroncini