TRAMA
Una ricca vedova ingaggia un detective privato per scoprire se lo “snuff–movie”, rinvenuto nella cassaforte del marito, è una messinscena porno o una reale morte in diretta.
RECENSIONI
La sceneggiatura di Andrew Kevin Walker è ottima, peccato che abbia un precedente illustre (Hardcore di Paul Schrader, dove un padre s’immergeva nel sottobosco della pornografia per “sapere” di sua figlia) e che sia finita fra le mani di Joel Schumacher, un regista dotato di stile (ama particolarmente le luci al neon e possiede un talento non comune nel plasmare gli ambienti affinché diventino espressivi) ma sempre privo di visioni, vedute e prospettive. Walker, nelle maglie di genere, dissemina dettagli significativi (Cage che mente sulle sigarette: denota una falla nell’integrità dell’eroe positivo), trasporta lentamente il protagonista dal tepore tranquillizzante del seno familiare alle arsure dell’inferno (dentro e fuori di sé), distingue ciò che è morale da ciò che non lo è (la vittima dello snuff-movie, nella mente di Cage, ha il volto innocente della figlia) e destabilizza lo spettatore come in Seven, nel momento in cui non recupera la turpitudine con ragioni consolatorie, punisce e allo stesso tempo fa trionfare il Male (che trasmigra in Cage, pronto a godere anche lui della morte altrui). Schumacher non è stato in grado di delineare in modo soddisfacente la figura del protagonista (e la sciatteria di Cage poco aiuta), sbiadita e contraddittoria, non coglie tutta la complessità e le suggestioni dello script (le vittime del sogno americano di successo; il “cinema” che risponde alle logiche del potere e del denaro; il muro di omertà della vedova simile a quello coniugale di Cage, che seppellisce la verità e di conseguenza il Bene). Ma tutti questi elementi sono comunque presenti e impreziosiscono notevolmente una pellicola che rende molto di più nella seconda parte e nelle intense scene finali, quando il protagonista affoga nel torbido e realizza l’assenza di “perché”, fino a specchiarsi nell’orrore (potenti momenti: la scena in cui chiede alla moglie di salvarlo; lo scambio di sguardi con la moglie dopo la lettera; sul versante thriller, invece, è da tachicardia la sequenza del vinile). Magnifici comprimari (su tutti Joaquin Phoenix, sorta di Virgilio infernale, e James Gandolfini).
