Drammatico

50 (O DOS BALLENAS SE ENCUENTRAN EN LA PLAYA)

Titolo Originale50 (o dos balenas se encuentran en la palya)
NazioneMessico
Anno Produzione2020
Durata122'
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

Félix, un ragazzo di 17 anni, riceve un invito su WhatsApp: vuoi giocare alla Blue Whale? Il gioco con le 50 sfide? Quello in cui alla fine devi ucciderti? Félix accetta. È così che incontra Elisa. I due iniziano a completare le sfide insieme. 50 è la storia d’amore di due adolescenti con tendenze suicide che decidono di giocare insieme finché morte non li separi. Mancano solo 6 giorni.

RECENSIONI

L'esordio nel lungometraggio del regista e sceneggiatore messicano Jorge Cuchí (classe 1963, oltre un migliaio di spot pubblicitari realizzati in 25 anni di carriera) è una straziante storia d'amore e morte giovanile, calata all'interno di urgenze profondamente contemporanee e per questo già molto esplorate. La scelta di sguardo è però tutt'altro che scontata: nel raccontare frontalmente quella Blue Whale di cui i genitori di tutto il mondo parlano con apprensione dal 2016 e di cui ancora oggi non si è capita davvero la portata (gioco perverso diffusosi quasi per caso e capace di favorire facilmente fenomeni di emulazione o gigantesco creepypasta la cui pervasività nel discorso quotidiano è dovuta soprattutto a certi sensazionalismi della stampa?), fortunatamente 50 non diventa l'ennesima occasione per riproporre riflessioni ormai stantie sugli abissi etici e i pericoli dei social network. Cuchí infatti riesce ad evitare i paternalismi e le pieghe ammonitorie di un qualsiasi Disconnect e per farlo si abbassa diligentemente al livello dei suoi personaggi, cercando di scandagliarne la dimensione più intima e celata. Cercando di capire, forse, almeno fino a quando non è costretto anche lui a fermarsi e ad alzare la mani (e che brillante soluzione l'ellissi con didascalia durante l'intervista finale: un'improvvisa e inaspettata sferzata di ironia come unica risposta al vuoto e all'impossibilità di giungere a qualsiasi forma di comprensione).

Insomma, la Blue Whale Challenge non come preoccupante fenomeno social(e), ma come lente attraverso cui osservare solitudini e disperazioni invisibili; private certo, eppure intrinsecamente connesse con il sentimento dominante di una generazione che ha ormai interiorizzato l'apocalisse. Inutile allargare il campo: il nichilismo autodistruttivo di Félix ed Elisa non si ferma neppure di fronte all'affetto che provano l'uno per l'altra ed è un baratro la cui eco risuona universale. Anche per questo, 50 non poteva che essere un film di vuoti. Meglio, di assenze; è ovviamente assente una qualsiasi prospettiva futura che esuli dalle logiche della sfida mortale, così come sono assenti gli adulti, figure anonime (benché narrativamente rilevanti) di cui non vediamo mai i volti e che sono ormai vittime di un loop insensato che li porta a fare continuamente le stesse domande, pigre e idiote (dalle materne «Sei stata a scuola?» o «Hai un fidanzato?» fino alle centinaia di questioni poste meccanicamente a Félix dallo psicologo durante l'ultima intervista). Ma 50 è anche e forse soprattutto un film di spazi: l'uso insistito dello split screen nei momenti in cui i due ragazzi sono separati sta lì a ricordarci che, quantunque distanti, Félix ed Elisa condividono perlomeno lo stesso spazio sentimentale. Uno spazio di disperazione e solitudine, certo; uno spazio nerissimo e senza alcuna speranza, pure. Perfino qui, uno spazio d'amore.