TRAMA
Takaki e Akari sono due studenti delle scuole elementari uniti da una comune passione per i libri. Quando la ragazza si trasferisce, i due amici sono costretti a tenersi in contatto solo attraverso uno struggente scambio epistolare. Qualche tempo dopo, Takaki decide di intraprendere da solo un lungo viaggio per incontrare per l’ultima volta la sua amica.
RECENSIONI
Il film di Makoto Shinkai ha una struttura molto particolare. È suddiviso in tre episodi, diseguali per minutaggio, e sembra il pilot di una serie televisiva, invece è un'opera compiuta che fa della frammentazione il suo punto di forza. La vicenda è di per sé molto semplice, ma ciò che fa la differenza è la sensibilità con cui il racconto si sviluppa, in grado di trasmettere con potenza movimenti impercettibili del cuore. I sentimenti e la malinconia sono gli elementi centrali. L'impossibilità di essere felici ciò che trapela, con una punta di speranza data dalla consapevolezza. La cultura giapponese è molto presente. C'è lo spirito di sacrificio, nel silenzio con cui i figli non si ribellano ai continui e gravosi spostamenti a cui sono sottoposti per garantire la carriera ai genitori. C'è l'orgoglio che impedisce alle parole di trasmettere la verità degli stati d'animo. C'è il glissare sulle pulsioni, sempre controllate da una ragione che tutto trattiene. E c'è un ordine naturale delle cose a cui assoggettarsi e da cui pare impossibile prescindere. Proprio come il ripetersi di un rito che si rinnova di stagione in stagione, nello sciogliersi delle nevi e nel magico fiorire degli alberi di ciliegio in primavera. I 5 centimetri del titolo fanno proprio riferimento alla velocità con cui i fiori di ciliegio cadono dagli alberi.
Un ritmo che scandisce separazioni e incontri, accompagnando il destino di chi si credeva inseparabile e si ritrova invece solo. Una distanza fisica che finisce per avvicinare emotivamente, ingigantendo l'assenza fino a renderla vuoto insostenibile. Nonostante lo spleen che si respira, la bellezza è sempre presente nella visione di Shinkai, attraversa la precisione dei dettagli, ai limiti del fotorealismo grazie a un'animazione che combina con fluidità la bidimensione con la computer grafica, e risalta nell'equilibrio con cui le immagini danno concretezza all’approccio intimista della narrazione. La mano del regista è insieme lieve, nella semplicità con cui riesce a scavare a fondo nei riti del quotidiano, e greve, nello scontento che circonda i personaggi, destinati, perlomeno nell'immediato, a non vedere realizzati i propri desideri. Raccontato a flashback direttamente dai protagonisti, il film segue l'irrazionalità del loro sentire e arriva a colpire dritto al cuore. Il tutto in poco più di un'ora di proiezione che si configura come esperienza catartica, dove tecnica e poesia si compenetrano con armonia. Tra le opere successive dell’autore ricordiamo Il giardino delle parole e il grande successo di Your Name.
Il film è stato premiato come miglior film all’edizione 2007 dell’Asia Pacific Screen Awards e nel 2008 ha vinto il Lancia Platinum Grand Prize al Future Film Festival di Bologna.
