Dopo il primo appuntamento italiano sulla stereoscopia al cinema, che il Future Film Festival ha organizzato e promosso nel gennaio 2009, anche quest’anno il festival ha organizzato un panel discussion per analizzare lo stato dell’arte di questa nuova rivoluzione cinematografica, che oggi coinvolge anche il piccolo schermo e il mondo dei videogiochi.
_x000D_Nell’arco di un’intera giornata di incontri, davvero tanti gli approfondimenti e le novità, ma la parte più interessante è stata senza dubbio quella che ha visto confrontarsi esercenti e distributori. A coordinare gli incontri Antonio Autieri, direttore di Box Office.
Il primo a intervenire è Nicola Maccanico, di Warner Bros Italia, che analizza i dati appena pubblicati circa l’andamento della stagione cinematografica nel corso del 2009: circa +5% negli incassi a fronte di una stabilità negli spettatori (-0,3%). “Un buon dato considerando la congiuntura economica negativa”, sottolinea Maccanico, “e dovuto in gran parte al successo del 3D. Non è quindi un caso che nel 2009 gli schermi attrezzati per il 3D siano passati da 55 a 410, con un’incidenza sugli incassi complessivi pari al 10%. Il valore di Avatar è quello di aver portato il 3D a tutte le generazioni. Gli effetti positivi sono la riaffermazione dell’unicità dell’esperienza cinematografica, l’impulso al miglioramento delle sale, che potranno avvalersi anche del tax credit o credito fiscale, e il possibile allungamento della stagione”. “Ma”, continua Maccanico, “ci sono anche problemi; ad esempio non è ancora possibile valutare gli effetti del 3D sugli sfruttamenti successivi. L’industria si basa molto sull’home entertainment e non ci sono ancora parametri per valutare l’appeal in televisione o in dvd di film presentati al cinema in versione stereoscopica. Esiste anche un rischio speculativo: l’effetto novità si andrà a esaurire e il pubblico comincerà a selezionare. Non tutti i film devono quindi essere in 3D, non si deve voler monetizzare tutto e subito. Il rischio è quello di bruciare uno strumento che ha l’obiettivo di rivitalizzare il mercato senza saturarlo. La novità, infatti, fa accettare al pubblico tutto nell’immediato, ma dopo subentra l’insoddisfazione”. Maccanico conclude l’interessante intervento ricordando che la Warner Bros distribuirà in 3D Final Destination e Cats and Dogs – The Revenge of Kitty Galore, mentre le voci di un possibile slittamento di Harry Potter, attualmente fissato al 20 novembre 2010, per renderlo in 3D, vengono dichiarate infondate. Per The Space Cinema, il nuovo circuito nato dall’unione delle attività di Medusa Multicinema con gli asset di Warner Village Cinema, è presente Giuseppe Corrado che dichiara come “il 3D non risolve i problemi del cinema ma è un espediente. È sempre il grande film a fare la differenza garantendo il successo. La gente va a vedere Avatar, non il 3D. Anche se è vero che proprio per Avatarabbiamo deciso di aumentare il biglietto a 11 euro per convincere la gente ad andarlo a vedere in 2D, e invece niente, la gente fa la fila per il 3D, vede il tutto esaurito e prenota per la settimana successiva!”. “Per ora”, continua Corrado, “il 3D deve passare attraverso un proiettore digitale. L’investimento è notevole, ma consente anche altre forme di intrattenimento. Per i Mondiali di Calcio di giugno contiamo, ad esempio, di proiettare alcune partite in 3D, e anche alcuni concerti. La diatriba è ovviamente sui costi dell’investimento. Il vantaggio immediato è infatti del distributore, che non deve più predisporre le copie in pellicola, ma sono previsti degli accordi che ripartiscono in modo equilibrato costi e vantaggi tra esercenti e distributori”. “Uno dei problemi”, conclude Corrado, “è l’accavallamento, con un eccesso di offerta rispetto alla capacità delle sale di assorbirla. E non dovremo aspettare molto tempo perché questo si verifichi. Già a marzo l’atteso Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton si troverà, in Italia, in diretta concorrenza con Avatar, che negli altri paesi (in cui è uscito un mese prima rispetto all’Italia, n.d.r.) ha mostrato una tenuta di almeno sette/otto settimane. Perché un esercente dovrebbe cambiare film se fa il pieno e paga al distributore il 40% degli incassi, quando con un nuovo film, anche se di successo, la percentuale da pagare al distributore è sicuramente maggiore? Infine bisogna ricordare che con il 3D sono più alti gli incassi, certo, ma anche i costi. I 3 euro in più a biglietto, infatti, vengono utilizzati per ammortizzare e mantenere l’impianto e per la pulizia degli occhialini. Quindi si può dire che attualmente è più contributivo il 2D e non esiste ancora una marginalità significativa”.
La parola passa poi a Gianantonio Furlan, titolare del gruppo Cinecity, tra i primi a credere nel 3D a partire dal 2007, con il film concerto degli U2 (U2 3D) che “ebbe buoni risultati, ma allora eravamo in pochissimi ad essere attrezzati ed era difficile percepire la sensibilità degli spettatori”. Furlan svela anche un mistero. Spiega infatti perché non è quasi mai la sala più capiente di un multiplex a essere attrezzata per il 3D: “per i grandi schermi sono necessari doppi proiettori, quindi un doppio investimento”. “Oggi”, continua Furlan, “il costo di un proiettore digitale va dai 60 agli 80 mila euro, ma l’obsolescenza è maggiore rispetto a un proiettore analogico”. Tra gli altri a intervenire alla tavola rotonda Raid Ohanian, sales manager di 20th Century Fox Italia, che spiega i numeri di Avatar, il kolossal che distribuisce: “attualmente a fronte di 3 milioni e 800mila presenze ben il 70% degli spettatori ha scelto la proiezione del film in 3D, mentre a settembre, per L'era glaciale 3 – il risveglio dei dinosauri, il pubblico della versione in 3D era stato poco più del 50% su un totale di 4 milioni e 200mila presenze. Nel futuro arriveranno l’horror The Cabin in the Woods e il cartoon Rio”. Per Giulio Carcano, sales manager di Walt Disney Italia, "è stato il successo americano in 3D di Hannah Montana a farci capire che era giunto il momento del 3D anche per il mercato italiano, dove avevamo fatto sperimentazioni riuscite ma isolate con le poche copie in 3D de I Robinson – Una famiglia spaziale. Ora sfidiamo l’estate e i Mondiali di Calcio distribuendo tra giugno e luglio Toy Story 3in3D e poi, sempre in 3D, abbiamo in programma Rapunzel, Tron Legacy, Cars 2, Frankenweenie di Tim Burton e Real Steel, diretto da Shawn Levy e prodotto da Robert Zemeckis”.
Nel bombardamento di informazioni e spunti un pensiero si affaccia: probabilmente il 3D non durerà, è il passato a insegnarcelo, e come tutti i fenomeni di moda è destinato a scivolare prima o poi nei ricordi. Una cosa, però, è certa: l’immediato futuro è a tre dimensioni. Non resta quindi che attendere tempi bidimensionali oppure, perché no, armarsi di occhialini e buttarsi nella mischia!