TRAMA
Marion, francese, e Jack, americano, in viaggio per l’Europa, si fermano due giorni a Parigi, nella casa dei genitori di lei.
RECENSIONI
Il film di Julie Delpy è una piacevole sorpresa: completamente scritto dallattrice e da lei diretto, interpretato, montato e musicato, 2 giorni a Parigi è unamabile commedia che, sondando i meccanismi della coppia, si fa acuta riflessione tra due diverse culture, due diversi modi di pensare, due personalità che si scoprono, complici le circostanze inedite, profondamente diverse; temi certo non nuovi ma che la regista riesce ad affrontare con un garbo e una varietà di situazioni degne di nota. E un piccolo film, girato con prevalente handycam, ma pieno di brio e con una sceneggiatura che procede senza intoppi (il nome di Woody Allen è ricorso spesso), sapida e divertente, e che se riesce ad affrontare anche seriamente le problematiche del rapporto a due, nello stesso tempo non perde mai disincanto e ironia. Non manca dunque di verità lo sguardo lanciato sulla relazione amorosa dallautrice, conscia che la passione è materiale incandescente, che essa non nobilita le cose, al massimo le complica: due innamorati, che non hanno avuto remore nellaprirsi e che hanno scrutato ognuno nellanimo dellaltro, nelle reciproche debolezze e resistenze, intervenendo impulsi e novità, si scoprono a mettere in discussione il sentimento che li lega. La Delpy, facendo leva soprattutto sui dialoghi, chiama a raccolta la famiglia (i genitori di Marion sono i suoi veri genitori) e dimostrando carattere e personalità gira nella sua Francia unopera deliziosa che è diventata, giustamente, un piccolo caso.